
Poznan, Polonia: dove e cosa mangiare
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Sono stata a Poznan tre giorni e per tre giorni ho praticamente solo mangiato; l’Ente Polacco mi ha invitata a raccontare la Polonia enogastronomica e io ho preso l’occasione al balzo perché quando ti capitano queste cose? Su Poznan non avevo alcuna aspettativa: a dirla tutta prima dell’Europeo del 2012 non la conoscevo nemmeno e nei giorni prima della partenza mi sono documentata davvero poco per lasciare spazio alla sorpresa. Quindi è stata per me un’esperienza culinaria incredibile e voglio consigliarvi dei posti dove mangiare in città, posti dove trovare i pierogi non è semplice perché la città è in un incredibile fermento, cominciano a cambiare i gusti degli abitanti e si sente sempre più l’esigenza di mangiare in maniera diversa. Diciamo che Poznan, oggi, è ancora quello che l’Italia era almeno 7-8 anni fa.
Prima di passare ai ristoranti una considerazione: una birra costa dai 2 ai 3 euro, un piatto principale (carne+verdura) massimo 10 euro, una zuppa 2 euro. C’è del vantaggio a pagare in valuta locale se si proviene da una zona euro, decisamente. Cosa anche triste se ci pensate e che mi fa capire come mai tanti polacchi arrivano in Irlanda, stanno qualche anno poi tornano a casa.
Il Weranda, caffetteria e ristorante, è un ristorante mediterraneo che nasconde un giardino fantastico dove si mangia in giornate calde ed estive: il menù è praticamente un libro, io ho mangiato un’insalata con pollo, prugne, pomodorini, tre tipi di insalate, asparagi e una vinaigrette alla polacca che da sola vale il prezzo. In città ci sono 4 ristoranti a nome Weranda e tutti si distinguono per il cibo e per l’ambiente gradevolissimo: da provare assolutamente.
Se cercate cucina tipica vi consiglio il Brovaria, l’unico hotel di Stary Rynek famoso per la sua cucina e ancor di più per la sua brewery interna: qua si producono diversi tipi di birra, la Pils, la Honey, la Wheat e tante altre ancora. Le birre si bevono solo in loco e se si vuole portare a casa una di queste delizie bisogna acquistarne un fusto intero. Potete ordinare, come ho fatto io, la golonka, il maiale in pratica, oppure tanti altri cibi polacchi e nello specifico della regione di Poznan. Il gelato è fatto da loro, vale la pena provarlo in porzioni ridotte visto che è molto lattoso.
A Poznan vi consiglio poi il Toga, famoso ristorante presidio slow food a Poznan dove i due proprietari oltre ad essere degli ottimi chef sono anche degli ottimi padroni di casa. Mi hanno raccontato, marito e moglie, di aver deciso di aprire il loro ristorante guardando, quando ancora la Polonia non era aperta, la televisione straniera e di aver scelto un modo di cucinare semplice e veloce, che fa uso di ingredienti stagionali e locali. Non a caso ho mangiato un’ottima Chłodnik Litewsk, la zuppa di kefir e barbabietole rosse tipica della Lituania e di questa parte della Polonia, un Belona, pesce locale che si trova solo per un paio di mesi e delle frittelle ai fiori di sambuco. La signora mi ha offerto prima un bicchiere di Benedyktynka Galla Anonima Gorzka, un digestivo dal sapore davvero particolare, e poi un bicchierone di sorbetto ai fiori di sambuco. Nel mezzo abbiamo chiacchierato di cucina, viaggi, ricette scambiate (e qua ho sfoderato la carta pasta alla carbonara, ovviamente).
Da non perdere il Vine Bridge, il ristorante più piccolo dell’intera Polonia: 8 posti, una stanza minuscola, una cucina in vista, un bagno con il lavandino praticamente dentro la sala ristorante, chef donna! L’idea del ristorante è semplice: cucina polacca tradizionale rivisitata, un occhio al design, tanta attenzione agli ingredienti tanto che il menù cambia ogni settimana in base agli ingredienti reperiti/reperibili e alla stagione. Proprietario un gallerista che qualche anno fa ha deciso di investire dei soldi su un ristorante diverso dal solito, in una zona all’epoca considerata malfamata e che alla fine ha avuto successo e ragione intercettando il nuovo trend legato all’enogastronomia in anticipo.
Ho mangiato un antipastino tipico ma rivisitato: pane (fatto apposta per me!) alla carota con olio e sale che rappresenta il modo di accogliere le persone in casa o durante eventi ufficiali in Polonia. Pane e olio, infatti, sono elementi considerati di buon auspicio per il mantenimento di relazioni di affetto tra le persone e questo è il modo in cui, da Vine, rivisitano la tradizione senza snaturarla. A seguire zuppa fredda di zucchine e ortica, petto di anatra con asparagi, arancia e amarantus e per finire una meringa con mousse al cioccolato e sorbetto di ananas. Tutto fatto in casa, tutto semplice e accurato, a dimostrazione che la cucina che piace e che vale la pena mangiare non deve per forza essere elaborata e “strana”.
Infine il Concordia, un ristorante ricavato dentro un incubatore per aziende giovani con idee innovative e ovviamente la cucina ne risente parecchio: lo chef Tomasz Trąbski, proveniente da esperienze internazionali di diverso tipo e conoscitore della cucina polacca e non, propone una cucina che si basa su ingredienti della tradizione polacca e di Poznan in piatti rivisitati e, allo stesso tempo, semplicissimi.
All’inizio mi ha servito un petto di anatra affumicato incredibile e poi mi ha fatto assaggiare un formaggio di capra locale con fighi e noci, un pollo ruspante al forno con verdure e una banana al forno accompagnata da cioccolata polacca.
Se volete uscire un pochino fuori da Poznan vi consiglio il Palac Wasowo che è semplicemente fantastico: è un hotel, era una casa padronale, è andato completamente a fuoco 3 anni fa e ora funziona alla grande. Il ristorante serve cucina tradizionale della regione di Poznan e io ho assaggiato la czernina, una zuppa preparata con il sangue dell’anatra. Da provare anche il zurek, una zuppa servita dentro il pane.
Dal Palac Wosowo deviate e andate alla ricerca di Marek Gradzki, un produttore di formaggi che a guardarlo mi fa pensare ad uno dei protagonisti di un film dell’orrore. Vive in una cascina che di ordinato ha poco e lavora dentro una specie di bungalow che non passerebbe mai i controlli dell’igiene sociale in Italia. Produce un formaggio di capra incredibile e ne produce diversi tipi, freschi e stagionati, semplici o aromatizzati: mi ha fatto vedere come si prepara il formaggio poi mi ha chiesto di infilare la mano dentro la macchina che lavora il latte e indovinate un po’? Ci ho infilato la mano ma sono talmente bassa che ci sono finita dentro con tutto il braccio: per tutta risposta mi ha invitato ad entrare in casa ad assaggiare il formaggio, decidere quale è il migliore e chiacchierare un po’. Lui lavora con i migliori ristoranti polacchi, tra cui gli stellati, ma non mi ha svelato nessuno dei suoi segreti anche se ho assaggiato il miglior kefir della mia vita e sono tornata a casa con un barattolo di miele fatto da lui perchè ho assaggiato tutto, senza fare storie.
Insomma, Poznan non vive di soli pierogi che sono il cibo più conosciuto e servito ai turisti; è ciò che il turista si aspetta ma non rappresenta l’intero range culinario della Regione… ma di questo ne riparliamo!