
Carenza di ferro: cosa mangiare, cosa evitare e come curarsi
La carenza di ferro è una delle patologie più comuni e spesso causa grandissimi disagi: in alcuni casi si tratta di più di una semplice carenza e va indagata a fondo ma nella maggior parte dei casi si tratta semplicemente di variare la propria dieta inserendo alimenti che contengono ferro e dunque aiutano il nostro organismo e riequilibrarsi. Ma se si soffre di carenza di ferro cosa mangiare, cosa evitare e come curarsi?
Partiamo dalle basi: il ferro è necessario al nostro organismo perché aiuta il trasporto di ossigeno e quindi capite che se c’è carenza di ferro vuol dire che ci sono pochi globuli rossi nel sangue: se vi sembra una cosa cattiva siate sereni perché raramente la mancanza di globuli rossi nel sangue è sintomo di una brutta malattia!
Come si manifesta l’anemia?
L’anemia o carenza di ferro si manifesta attraverso sintomi che variano da persona a persona: sono comuni la stanchezza, il pallore con tanto di occhiaie, le unghie fragili, i giramenti di testa, un respiro affannoso con battito cardiaco accelerato nei casi più gravi. Nei casi ancora più gravi la mancanza di ferro può portare problemi a tutto il sistema immunitario ma chiaramente si tratta di sintomi che compaiono solo se si sottovaluta il problema oppure se non si interviene tempestivamente.
Perché si diventa anemici?
Si può diventare anemici da un momento all’altro, per predisposizione genetica o per via di altre malattie. Nel primo caso di solito è la dieta carente di ferro a provocare anemia, nel secondo fattori genetici incontrollabili e nel terzo caso possono essere diverse le cause, da malattie autoimmuni ad infezioni passando per gravidanze o anche semplicemente un ciclo mestruale abbondante. Insomma, se leggete questo elenco sembra proprio che le cause siano molteplici. Nel mio caso è una combinazione degli ultimi due fattori ma in special modo predisposizione genetica.
Come viene diagnosticata la carenza di ferro?
Basta un prelievo per monitorare l’emoglobina nel sangue secondo dei valori che sono standard che per le donne deve essere maggiore di 12 grammi e per gli uomini maggiore di 13. A questi valori vanno sommati quelli di sideremia ovvero quanto ferro circola nel corpo (dai 53 ai 167 microgrammi per decilitro di sangue negli uomini, dai 49-151 microgrammi per decilitro di sangue nelle donne). Spesso basta leggere i valori dell’emoglobina per rendersi conto se si è carenti.
Come si cura la carenza di ferro
La dieta è l’alleato principale, come sempre e questi sono gli alimenti da assumere:
– carne magra, rossa o bianca (lo sapevate che anche il pollo contiene ferro? Non come la carne rossa ma insomma ne contiene e calcolando che mangiare carne rossa più di una volta a settimana non è consigliato direi di pensare seriamente alle alternative!)
– legumi
– pesce azzurro
– patate
– cacao amaro
– fegato.
Vanno invece evitati perché inibiscono l’assorbimento di ferro:
– latticini
– caffè e tè (e qua mi dissocio ma devo segnalarvelo per obbligo di completezza!)
– uova
– cioccolato (nel mio caso vedi alla voce caffè e tè)
– vino rosso (si veda sopra)
– spinaci
– pomodoro.
E se la dieta non funziona?
Se la dieta non funziona allora è necessario assumere integratori di ferro. Il più famoso in assoluto è Ferrograd, se ne prende una compressa al giorno oppure a giorni alterni perché spesso gli effetti collaterali sono davvero fastidiosi. Se non volete ricorrere alla medicina tradizionale esiste un metodo naturale: la mela chiodata ovvero prendere una mela, inserite dei chiodi di ferro al suo interno e non la toccate per 24 ore. Quindi estraete i chiodi e mangiate la mela. Pare funzionino anche il tarassaco, l’ortica, la barbabietola e l’aneto da assumere in compresse o in infusione.
E se ancora non passa nonostante la dieta e le medicine?
Beh, direi che è arrivata l’ora di andare da un altro medico e ripartire da zero per vedere se c’è qualcosa che non va oppure se è solo stress!
[Questo post non sostituisce il parere di un medico ed è frutto di esperienza personale e ricerca in Rete]